Nel
Carmelo dell’Encarnación, Teresa
trascorse 27 anni e in esso si formò come donna e carmelitana. E’ noto che vi
entrò per la presenza di un’amica,
Juana Suarez (V 3,2) e le sue motivazioni iniziali furono piuttosto fragili,
non mancando, col tempo, di diventare più salde e profonde.
E’
bene ricordare che i testi teresiani, particola rmente
la
Vida , non sono finalizzati ad una descrizione
storica dell’Incarnazione. Avvisa Marcos che ogni biografia:
«implica di solito molteplici silenzi più che
intenzionali, e una narrazione interessata e parziale di numerosi fatti». In
fondo in ogni autobiografia esistono diverse «mezze verità che alcuni non hanno
dubbi nel qualificare come autentiche menzogne» (J. A. Marcos, Mistica e sovversiva).
Una
qualche dimensione apologetica fosse pure involontaria, risulta del tutto
prevedibile nel descrivere la
situazione l’Incarnazione, finendo per tratteggiare la
realtà la sciata prevalentemente
nelle sue ombre, sorvola ndo, perché
non ancora messi a fuoco data l’epoca nel 1565, i problemi aperti nelle nuove
fondazioni che come tutte le avventure umane non ne sarebbero stati privi.
Per
farsi un’idea meno approssimativa della
vita all’Incarnazione, occorre integrare i brevi ricordi teresiani sulla sua vita prima della
fondazione di s. José, con altre fonti storiche per quanto datate e parziali.
Il
quotidiano
Il
quadro che emerge è di un Carmelo fornito sì di una certa cla usura secondo lo stile antico, regola ta dai permessi del provinciale e della priora,
sia per motivi di salute che, soprattutto, per la
grande povertà economica e i debiti ormai contratti. Riusciva davvero oneroso
mantenere il grande numero di monache presenti, superiore alle 150. Erano anche
presenti ospiti a vario titolo, come educande o pensionanti, per le quali le
monache volevano si prevedessero delle vere e proprie rette.
E’
ovvio che dato il numero così elevato di presenze, il livello di motivazione
fosse differente tra soggetto e soggetto.
Qualcuna
si concedeva qualche accessorio alla
“moda” nel soggolo o nella cintura
oppure semplicemente, quando non era in coro, riciclava abiti usati di qualche
parente per risparmiare sulla confezione delle tonache.
Qualcun’altra
entrava con una propria donna di servizio ma era dato comune per delle nobili. I
parla tori, per le meno convinte della propria scelta, costituivano una normale
distrazione. Inoltre, venivano criticati da alcune monache, troppi zela nti frati visitatori. Altre, per varie infermità,
chiedevano dispense dal coro e dagli atti comuni.
Dalla visita canonica condotta dal padre generale Rossi nel 1564,
emerge che non uniformi, né particola rmente
lusinghieri, erano i pareri sui confessori carmelitani, ritenuti da alcune non
troppo preparati né tutti sufficientemente motivati.
Al contrario, delle
sorelle criticavano la possibilità
fornita a qualcuna di loro di ricorrere a confessori diversi dagli ordinari, sia
regola ri che diocesani.
Ma
nel gruppo non mancavano diverse decine di monache motivate ad una vita
spirituale seria ed impegnata sia a giudizio delle stesse sorelle che di
visitatori e confessori. Più di una non fu estranea al percorso di maturazione
di Teresa stessa.
Non
bisogna dimenticare il fatto che all’Incarnazione di Avila ,
Teresa condivise con molte sorelle
carmelitane ma anche amiche ed amici esterni, pure secola ri,
come la vedova Guiomar de Ulloa o
don Francisco de Salcedo, la ricerca
di una vita spirituale meno esteriore più
vera e profonda anche sul piano delle amicizie interpersonali.
Senza
questo movimento condiviso è più che probabile che Teresa
da sola , poco avrebbe potuto fondare.
Basti ricordare che le carmelitane dell’Incarnazione che seguirono Teresa furono più di
trentaquattro, da Anna degli Angeli (poi priora di Medina, Mala gon e Toledo) ad Anna dell’Incarnazione
(Tapia), priora di Medina e Sala manca.
Da Ines di Gesù (Tapia), priora di Medina e Palencia, a Isabella della
Croce (Arias), sotto-priora a Medina e priora a Valla dolid,
tanto per portare qualche esempio. Purtroppo la
storiografia poco o niente si è soffermenta sul concreto vissuto umano e
spirituale di queste donne che sicuramente hanno dato un contributo non
trascurabile all’opera di fondazione di Teresa .
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